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Storia di Messina

Porto di Messina - tratta da dipity.com

Prima colonia greca della Sicilia e seconda d’Italia, il suo nome era Zancle fondata nel VII sec a.C., ovvero Falce in quanto era la forma che aveva il suo porto naturale. Chiamata anche “porta della Sicilia”, è il primo porto d’Italia più trafficato. Al centro di una zona agricola dove si coltivano agrumi, frutta, ortaggi, e si producono vini D.O.C. si erge in tutto il suo splendore. Nel tardo medioevo divenne così splendida e grandiosa che si contese il titolo di capitale siciliana con Palermo.

Lo stretto era già conosciuto in antichità, infatti compare nell’Odissea di Omero come dimora dei mostri marini Scilla e Cariddi. Il suo nome si trasformò in Messana con l’arrivo dei latini. Porto di mercanti in tutto il mondo, dopo la divisione dell’impero fece parte dell’impero bizantino. Con l’imperatore Arcadio, Messina divenne proto metropoli della Magna Grecia e della Sicilia.

La storia medievale di Messina è piena di eventi e di figure illustri. Dopo il dominio arabo, la città subì un periodo di decadenza. A causa di questa decadenza i nobili messinesi chiesero aiuto ai normanni, e fu così che il Gran Conte Ruggero D’Altavilla cominciò l’opera di cristianizzazione dell’isola. Durante il periodo normanno la città rifiorì anche artisticamente con Antonello da Messina; divenne un punto di riferimento per la Sicilia orientale e per la Calabria meridionale vicina. Durante il periodo svevo sorse la chiesa di S. Maria degli Alemanni (in stile gotico) per concessione di Federico II per i Cavalieri Teutonici impegnati nelle crociate in Terrasanta.

Miniatura medievale di Messina- tratta da sergiopalumbo.com

Con gli spagnoli Messina vide rifiorire le sue attività produttive ed economiche. Nel XVII secolo la città si ribellò alla spagna sotto la protezione del re di Francia Luigi XIV. Gli spagnoli confiscarono alcuni beni e furono trasferite in Spagne alcune opere d’arte.

Devastata da un tremendo maremoto e terremoto, il 28 dicembre 1908, Messina perse più di 80.000 abitanti; crollarono diversi edifici. Gli aiuti arrivarono da tutta l’Italia per ricostruire lo splendore di una città storica e preziosa culturalmente, con un innovativo impianto urbanistico progettato dall’ingegnere Luigi Borzì. Purtroppo durante la seconda guerra mondiale la città venne distrutta per la seconda volta, ma nonostante ciò la popolazione ebbe la forza di rialzarsi e ricostruire tutto dall’inizio, così alla città vennero assegnate due medaglie: una medaglia al valor civile e una medaglia d’oro al valor militare.

La città grazie alla sua estensione sulla costa è la città più lunga e più trafficata d’Italia. È famoso l’orologio astronomico nel campanile della Basilica Cattedrale, in quanto è il più grande del mondo. In basso i giorni della settimana vengono rappresentati dagli dei greci che si alternano tra loro; vengono anche rappresentate le 4 fasi della vita con le corrispettive età ogni quarto d’ora; le scene bibliche si trovano al secondo piano, che si susseguono 4 volte l’anno: la natività, la venuta dei re magi, pasqua e pentecoste. Mentre dal lato rivolto verso la cattedrale vi è il calendario con 365 giorni e la rappresentazione del sistema solare. Città da visitare, da ammirare e da gustare attimo per attimo.

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Cultura siciliana e tradizioni

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Cosa si pensa quando si parla della Sicilia? Calore, allegria e sole. Queste sono le principali caratteristiche di quest’isola meravigliosa. Il calore degli abitanti molto ospitali e che suscitano il sorriso nei turisti perché con la loro spontaneità e la pronunciata gestualità, sanno farsi voler bene da tutti. L’allegria durante le feste locali nei vari comuni della Sicilia, che sono un’infinità, sono una delle maggiori attrattive per i viaggiatori e coloro che amano divertirsi. E il sole, il sole caldo anche d’inverno, le spiagge molto visitate d’estate, e il piacevole clima mite che permette di fare escursioni e gite anche d’inverno.

I dialetti
I dialetti parlati in Sicilia sono tantissimi e pieni di sfaccettature nei quartieri delle singole città. Tutti parlano il dialetto senza vergogna in quanto è una lingua a tutti gli effetti, con una storia e una grammatica propria. Sono diverse le matrici del dialetto siculo: indoeuropea e mediterranea (calancuni onda impetuosa di fiume); greca con la dominazione bizantina (tuppiare bussare alla porta); araba con la venuta dei Saraceni (mischinu poverino); franco-normanna con Ruggero I la sicilia tornò ad essere cristiana (quasetti calze); gallica, influenza lombarda (orbu cieco); iberica con la venuta degli spagnoli (sgarrari sbagliare).

La cucina
Come si può notare dalla situazione linguistica siamo un mix di tradizioni e culture ma non solo in questo campo, ma anche in cucina. Le specialità siciliane che piacciono a tutti a grandi e piccini.
Il simbolo della sicilia è la cassata, un pan di Spagna farcito di ricotta zuccherata, circondata da pasta reale e decorata con frutta candita. I cannoli, una cialda fritta ripiena di ricotta zuccherata. Un alternativa al gelato è la granita, molto diffusa in sicilia, tritato di ghiaccio con sciroppi alla frutta. Mentre per quando riguarda il salato, lo street food siciliano per eccellenza: panelle (frittelle di farina di ceci), crocchè (crocchette fritte di patate lessate), sfincione (una specie di pizza a doppio strato pieno di cipolla), panino con la milza (milza e polmone di vitello), e stigghiole (budella di agnello arrostite).

Cassata siciliana - immagine ricettedisicilia.net
I carretti siciliani
Uno dei simboli della cultura siciliana è il variopinto carretto siciliano. Carretti di legno trasportati dai cavalli nel XVIII secolo venivano usati per scopi agricoli, oggi ancora molto diffusi, sono un’attrazione e i turisti hanno la possibilità di farci un giro. Di frutto interamente artigianale, il legno veniva intagliato minuziosamente da maestri d’arte oppure dipinti. Le pareti esterne del carretto erano presenti delle narrazioni di eventi dei paladini di Carlo Magno o scene di vita quotidiana. L’interno invece era decorato con forme geometriche di vario colore con i toni del rosso, giallo e blu. Esiste un museo dedicato ai carretti, il “Museo del carretto siciliano” a Terrasini (PA). A mantenere viva la tradizione dei carretti sono i maestri d’arte che spesso per i turisti rivelano le loro tecniche.

Carretto siciliano - fotografia da picasasicilia.blogspot.it
La letteratura
È piena di scrittori illustri la Sicilia. Tutto comincia con la Scuola Siciliana alla corte di Federico II, dove si sviluppo il primo volgare. Tra i più illustri ci sono: Giacomo da Lentini, inventore del sonetto; Luigi Pirandello con il suo premio Nobel per la letteratura; Luigi Capuana e Giovanni Verga entrambi veristi; Salvatore Quasimodo altro premio Nobel; Giuseppe Tomasi di Lampedusa, conosciutissimo per il suo romanzo storico “Il Gattopardo”, e molti altri autori.

Il teatro dei Pupi
Anticamente il teatro dei pupi (marionette siciliane) era uno svago, come il cinema per noi al giorno d’oggi. Le armature splendenti dei paladini incantavano grandi e piccini, ma continuano ancora a farlo. Al centro storico di Palermo sono presenti diversi teatri ed un museo, oltre a questi luoghi vi è la famosissima scuola di Mimmo Cuticchio maestro d’arte. È ancora possibile assistere agli spettacoli dedicati alle storie della Chanson de Roland, la Gerusalemme liberata e l’Orlando furioso.

Feste locali
La celebrazione di feste religiose cattoliche è un avvenimento che non può mancare per i cittadini siciliani che aspettano con ansia. Inutile dire che ogni comune ha il suo patrono e quindi una settimana di festeggiamenti in suo onore. Tra le festività più importanti vi sono “il Festino di Santa Rosalia” a Palermo che con le sue preghiere ha liberato la città dalla peste; “la Festa di Sant’Agata” a Catania che anche lei con le sue preghiere evitò che la città venisse distrutta dall’eruzione dell’Etna; “santa Lucia” a Siracusa dove fu martirizzata e per tradizione viene cucinata la cuccìa (grano bollito con cioccolata o ricotta) e molte altre festività.

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