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Pasqua a Palermo: oltre 90 eventi gratuiti

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La Pasqua in Sicilia può essere piena di spunti per scoprirne il folklore e i segreti più nascosti. Camminando per le vie delle città e dei paesini siciliani potreste imbattervi in riti suggestivi come le processioni dedicate ai giorni della passione di Cristo, o partecipare alle feste e alle sagre che si tengono dopo Pasqua. Ma non è tutto qui.

Quest’anno infatti, se vi trovate a Palermo, potrete approfittare di un’interessante iniziativa promossa dall’Università degli Studi. A partire già da questa settimana fino al 27 aprile saranno più di 90 le manifestazioni e gli eventi gratuiti in giro per la città. Un’infinità di luoghi nascosti da scoprire, di tesori da ritrovare, ed eventi enogastronomici a cui prendere parte.

Da non perdere l’installazione di Giorgio Cattani “Omaggio a Falcone e Borsellino” nella chiesa di Sant’Antonio Abate, allo Steri; diversi i siti aperti esclusivamente in questi giorni: tra questi vi consigliamo la Cappella dei Falegnami (in foto), in Via Maqueda 172, per la quale sarà possibile effettuare una visita guidata dalle 9.30 alle 12.30.

Ci sarà anche tanto cinema, grazie alla partnership con il centro Sperimentale di Cinematografia che porterà ai Cantieri Culturali della Zisa “1963 quando a Palermo c’erano le lucciole” e “È tornato il Gattopardo”.

I percorsi enogastronomici saranno per lo più dedicati ai piatti tipici delle feste, tra questi “L’alimentazione popolare e il cibo rituale delle feste” sarà a cura di Roberto Garufi di Slow Food.

La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento posti per ogni singolo evento.

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Pasqua 2013 in Sicilia: Pashkët a Piana degli Albanesi

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Nonostante l’Italia sia stata unificata ormai da più di 150 anni, capita spesso sentir parlare degli idiomi e dei dialetti che si discostano dalla lingua ufficiale (e la Sicilia su questo argomento è regina!). Tuttavia capita molto più raramente di incontrare, camminando per le strade di una cittadina, di scorgere delle insegne in una lingua sconosciuta, sia essa il tedesco in Alto Adige o il francese in Valle d’Aosta. Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, è esempio di comunità in cui da sempre regna il bilinguismo. Tra le più note comunità albanesi in Italia, da sempre Piana cerca di mantenere intatte le sue tradizioni e si fa portatrice della sua duplice identità, arbëreshë da un lato e italiana dall’altro, attraverso manifestazioni e festeggiamenti che le permettono di tramandare il suo patrimonio culturale.

Fra gli eventi a cui assistere a Piana, non può mancare la celebrazione della Pasqua, Pashkët in albanese. Piana è una comunità cristiana e cattolica, ma il suo rito eucaristico è particolare, perché deriva dalle celebrazioni della Chiesa orientale di Bisanzio che utilizzano come lingua il greco e l’albanese. I festeggiamenti partono dal venerdì che precede la Settimana Santa (dal 24 al 31 Marzo 2013), giorno in cui viene celebrata la risurrezione di Lazzaro, e proseguono fino alla Domenica della Resurrezione, in occasione della quale, col canto Kristòs anèsti (Cristo è risorto) si raggiunge l’apice commemorativo. Ma vi consigliamo di visitare Piana non solo per i riti religiosi, anche per il folklore e l’orgoglio etnico che i suoi cittadini si sono tramandati nel tempo. Durante la Pasqua le donne si vestono nei tipici costumi tradizionali e donano delle uova tinte di rosso (simbolo di rinascita, ottenuta grazie al sangue di Cristo immolatosi per la salvezza dell’umanità), dando vita a uno spettacolo di suoni e colori per le vie del paese.

In occasione della Pasqua anche i bambini potranno avere il loro momento di gloria: il Sabato Santo (30 marzo 2013), infatti, presso la Masseria Rossella avrà luogo la Pasqua dei bambini, in cui i più piccoli potranno divertirsi con i tanti giochi e laboratori previsti dalle organizzatrici. Un evento che coinvolge grandi e piccoli perché, mentre i bambini saranno coinvolti nella realizzazione delle uova pasquali e dei Panaret (i cesti di pasta frolla), i più grandi potranno girare tra gli stand assaggiando e acquistando i dolci tipici della tradizione pianese. Per garantire ai vostri bambini questa possibilità bisogna acquistare un biglietto per l’ingresso ai laboratori.

Parlando di dolci naturalmente non potevamo tralasciare una tra le delizie regionali più conosciute e richieste al mondo, il cannolo siciliano, nella cui preparazione Piana è da sempre maestra indiscussa. Nel periodo primaverile, grazie al Cannoli and Friends, la città si trasforma in una pasticceria a cielo aperto, in cui vengono allestiti stand, mostre e laboratori da parte dei più grandi pasticceri siciliani e balcanici. Una ragione in più per visitare questa splendida località, culla di tradizioni etniche e culinarie che da sempre sono motivo d’orgoglio per i suoi abitanti, orgoglio che ne ha permesso la sopravvivenza e il riconoscimento culturale al livello nazionale.

Articolo a cura di Cristina Randazzo.

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Festa di li schietti, il vero folklore di Terrasini

http://terrasinisicily.blogspot.it/p/la-festa-di-li-schietti.htmlIn questi giorni vi abbiamo tenuto informati sugli eventi che caratterizzeranno e allieteranno il periodo pasquale in Sicilia. Fra queste, non può mancare la “Festa di li Schietti” di Terrasini, un’allegra manifestazione folkloristica che non ha niente a che fare con gli eventi e le processioni religiose di cui vi abbiamo parlato nei post precedenti.

Il giorno di Pasqua, infatti, il paesino turistico di Terrasini si popola per ospitare una festa le cui origini vengono fatte risalire al 1850. Probabilmente nata come pretesto per gli “schietti”, gli scapoli innamorati, per dichiararsi alla “zita”, la fanciulla oggetto del loro amore, e manifestare le loro doti fisiche e la loro virilità, questa festa si è protratta nel tempo divenendo di fatto parte della tradizione terrasinese. Recentemente, intorno al 1966, fu istituita la gara degli schietti che, vestiti nei tipici costumi siciliani dell’agrigentino, si sfidano nell’alzata di un albero di arance amare di circa 50 chili.

Il programma per l’edizione 2013 non è ancora stato pubblicato online, ma solitamente si articola in due giornate, quella del Sabato Santo e la Domenica di Pasqua. I festeggiamenti iniziano la mattina del sabato con il taglio dell’albero, che viene accompagnata da una classica “manciata” siciliana, una degustazione di tutti i prodotti tipici della cucina dell’isola, dalla carne di “crasto” (montone) al formaggio, dalle sarde al pane con l’olio. Il proprietario che accetta che uno dei suoi melangoli venga tagliato, godrà della stima e del riconoscimento della comunità intera. Il taglio ufficiale viene eseguito con maestria da un contadino ormai specializzato da anni nel compiere questa operazione quasi chirurgica, il Sig. Tocco, che effettua una taglio preciso in modo da non recare danno alla pianta, considerata quasi divina.

http://www.terrasolebb.it/news.asp?id=12

Segue poi nel pomeriggio la sfilata dell’albero che, decorato con nastri e “ciancianeddi” (campanellini), viene trasportato per le vie del paese accompagnato dai grupppi folkloristici su un carretto siciliano.

L’indomani mattina, durante la messa pasquale, l’albero viene benedetto nella chiesa madre di Terrasini e in seguito sarà portato da ogni partecipante sotto il balcone della “zita”. Il pomeriggio della domenica di Pasqua a Terrasini è una vera festa a cui ogni terrasinese partecipa, chi cimentandosi nella gara di resistenza in piazza Duomo (per la quale gli allenamenti iniziano molti mesi prima), chi semplicemente festeggiano e osservando gli sfidanti. La gara è un elemento più recente all’interno dei festeggiamenti.

http://www.siciliaonline.it/index.php?option=com_content&view=article&id=205:la-festa-di-li-schietti-di-terrasini&catid=63:feste-e-sagre&Itemid=53

È stata istituita nel 1966 dal comitato dei festeggiamenti e prevede che i partecipanti si sfidino nell’alzata dell’albero, venendo cronometrati per accertare pubblicamente il vincitore. La festa termina dopo lo spettacolo serale con i giochi pirotecnici e la premiazione dei tre vincitori che hanno avuto una maggiore resistenza e hanno raggiunto un maggior numero di secondi. A partire dal 1977 alcuni compaesani terrasinesi emigrati negli Stati Uniti hanno iniziato a riproporre questi festeggiamenti anche nella loro città, Detroit, trasportando quest’evento oltreoceano. Inoltre, dalla scorsa edizione, quella del 2012, la manifestazione ha preso piede anche in Svizzera a Wetzikon, anche qui per opera di alcuni terrasinesi che hanno voluto portare con sé parte della loro cultura e far rivivere questa tradizione anche all’estero.

 

Articolo a cura di Cristina Randazzo.

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I Misteri di Buseto Palizzolo

Capita spesso che con l’avvicinarsi di una festività come quella della Pasqua in Sicilia si riscoprano le tradizioni e le credenze che sono esito di un lungo processo di scambio, tramandato di padre in figlio, che viene a consolidarsi nel tempo, innestandosi nei costumi secolari di una comunità. Bene, questo non è il caso dei Misteri di Buseto Palizzolo, manifestazione di culto piuttosto giovane (nata circa 20 anni fa), ma che si è distinta in poco tempo per la sua originalità, entrando di fatto a far parte del novero delle celebrazioni italiane che evocano il mistero della resurrezione  di Cristo.

Buseto Palizzolo è un piccolo paesino collinare del trapanese che, in attesa delle festività pasquali si anima per organizzare quella che è una delle più conosciute cerimonie della settimana santa nella provincia di Trapani.

In questi giorni abbiamo cercato di darvi dei suggerimenti sugli eventi da non perdere durante il periodo pasquale, da Lu Signuri di li fasci di Pietraperzia ai Misteri di Trapani. Buseto Palizzolo è certamente degno di competere con manifestazioni di questo calibro.

Qui infatti, in occasione della Domenica delle Palme, si tiene una processione in cui vengono portati in giro per le vie del paese e per le contrade sedici carri “viventi”, che lodano sedici scene differenti della Via Crucis. La peculiarità di questa celebrazione sta proprio nella parola “viventi”, si, perché le sedici scene vengono interpretate dai cittadini che volontariamente spinti dal loro credo si mettono a disposizione per la realizzazione e la buona riuscita dell’evento. Per sei ore (la durata totale della manifestazione) questi individui si posizionano sui carri, rimanendo immobili per l’intera durata della processione come dei veri blocchi statuari, ogni carro viene poi seguito dai fedeli che indossano tradizionali abiti penitenziali e da una banda che accompagna la scena.

pasqualions.wordpress.com

Ogni anno sono tante le persone che collaborano e si adoperano per la buona riuscita dell’evento, che viene costantemente modificato e arricchito di particolari grazie a un continuo e attento lavoro di ricerca. Chissà se quest’anno i busetani riusciranno a stupirci! Per gli interessati, i curiosi, per chi vuole scoprire un pezzo idSicilia vera, l’appuntamento è domenica 24 Marzo 2013 alle 16:00 davanti alla Chiesa S. Teresa del Bambin Gesù nel villaggio Badia.

La conclusione è prevista intorno alle 23 nel centro città, quando il Santissimo Crocifisso (reperto ligneo del VI secolo d.C.) viene ricondotto all’interno della Chiesa Madre del Santissimo Crocifisso dedicata alla Madonna del Carmelo. Lo stesso crocifisso verrà poi riportato in processione il Venerdì Santo, al termine della quale questa preziosa reliquia tornerà alla sua dimora, la chiesa di S. Teresa, dalla quale si allontanerà nuovamente solo l’anno successivo.

lamiasettimanasanta.net

Naturalmente i dettagli delle scene che costituiscono la processione dei Misteri possono essere meglio apprezzati alla luce del sole, ma è col calare della sera che le luci che illuminano i carri e le fiammelle delle fiaccole delle migliaia di persone partecipanti creano un’atmosfera magica e trascendentale.

Un altro momento di particolare coinvolgimento emotivo è ci viene regalato al termine della processione, momento in cui, accompagnato dalla melodia dei centinaia di gruppi musicali che hanno partecipato all’evento, il Santissimo Crocifisso ritorna al suo luogo di provenienza, la Chiesa che da sempre lo ospita e lo custodisce con cura.

Articolo a cura di Cristina Randazzo.

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Eventi a Enna

Lu Signuri di li fasci: Venerdì Santo a Pietraperzia

http://www.fotografieitalia.it/foto.cfm?idfoto=1842Oggi un pensiero ci attraversa la mente in occasione dell’imminente arrivo della Pasqua e, con essa, di tutte quelle manifestazioni e celebrazioni che sono ormai da anni parte costituente del patrimonio culturale di ogni regione e città italiana. Quante volte vi è capitato di “intercettare” una conversazione in cui qualcuno si vantava di aver assistito alle danze dei dervisci islamici o di aver visitato la tribù dei Mursi del Debub Omo o di aver preso visione dei festeggiamenti della popolazione Apatani in India?

È bizzarro però come in realtà, questi grandi estimatori di usanze e culture internazionali siano, alle volte, anche coloro che possiedono una scarsa e vaga consapevolezza delle celebrazioni e degli avvenimenti più che degni di nota che hanno luogo a pochi minuti di distanza dalla loro zona di residenza. Fra questi avvenimenti può facilmente rientrare la celebrazione del Venerdì Santo a Pietraperzia, località dell’entroterra siciliano in provincia di Enna che oggi conta poco più di settemila abitanti. Qui il venerdì santo è un giorno di festa e di preghiera molto sentito dalla comunità che, dal XIV secolo, mantiene intatte le sue tradizioni per mezzo della processione de “Lu Signuri di li fasci”.

Gli abitanti del paese, i pietrini, sin dalle prime ore del giorno si apprestano a organizzare i festeggiamenti, curando ogni più piccolo dettaglio.

http://lillorusso.blogspot.it/2013/02/monti-innevati-in-lontananza_1.html

Già alle 15 il crocifisso viene uscito dalla Chiesa del Carmine della città e portato in processione fino alla Chiesa Madre, per poi tornare alla base intorno alle 17 affinché venga iniziata la preparazione in occasione della processione serale. All’esterno della chiesa viene posizionata la “vara”, opera del falegname Salvatore Vitale che la realizzò nel 1989, e su di essa viene montata una trave verticale in cima alla quale saranno posizionati il cerchio per le fasce, il mondo e, al di sopra di tutto, “U Signuruzzu”. La vara sarà condotta in processione per le vie del paese da ottanta portatori per mezzo di due “baiarde”, assi in legno che consentono di trasportarla agevolmente in spalla. Ogni anno al cerchio vengono attaccate circa 200 fasce (ognuna lunga 33 metri e larga 40 centimetri) che, piegate a metà, saranno annodate ai polsi di 400 generosi fedeli che tengono a manifestare la loro devozione durante l’evento. Alle 20 il Crocifisso viene posizionato sulla sommità della croce che si trova sullo spiazzale all’esterno della Chiesa del Carmine. La vera processione inizia alle 20:30 proprio da questa piazza al grido di “Pietà e Misericordia Signuri”.

La fede e l’unità collettiva dei pietrini viene enfatizzata dai loro spostamenti, durante il percorso la folla diventa infatti un’entità unica, che si muove in perfetta sincronia, una precisa rivisitazione e ricostruzione del Golgota che si sposta, si rimodella e si trasforma a seconda dell’ampiezza delle stradine e dei vicoli della città, la metamorfosi di un corpo unico composto da fedeli (circa 500 tra portatori e possessori di fasce) pienamente calati nel loro ruolo e commossi dalla loro totale credenza in questa celebrazione.

https://picasaweb.google.com/lh/photo/i7qf6qU-zEWaOSJxmXO_mAQuesta manifestazione folkloristica rappresenta per i pietrini un momento di mistica unione e fratellanza, un intenso ritorno al passato, a quella Sicilia raccontata da Sciascia nei suoi libri e da Germi, Damiani e Tornatore nei loro film. Una Sicilia ancorata alle tradizioni in alcuni momenti dell’anno, ma fortemente propensa al cambiamento, in cui trovi sempre gli anziani seduti nei circoli a scrutare ogni “forestiero” che visita il paese in occasione dei festeggiamenti, e a cui le nuove generazioni tornano sempre, perché costantemente legata alle proprie radici e alla propria terra.

Così il Venerdì Santo si trasforma in un rito della comunità in cui a vincere è la speranza da parte degli anziani di tramandare la loro identità e il loro patrimonio culturale, esito di una storia durata millenni, ai giovani che sapranno custodirne i segreti e le credenze.

Articolo a cura di Cristina Randazzo.

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I misteri di Trapani, Venerdì Santo in Sicilia

http://corso2009.altervista.org/page/misteri.htmlIn società come quelle moderne, così prese da valori prettamente economici ed edonistici, è difficile trovare città ancora strettamente legate e ancorate alla tradizione e alle loro radici storiche e religiose. Eppure, quando si tratta di Trapani e dei suoi abitanti, il difficile diventa trovare trapanesi che non partecipino agli eventi che durante la Settimana Santa affollano la città.

Infatti, in quest’occasione, le strade si riempiono di gente che si riunisce per seguire e accompagnare la lunga processione della Via Crucis, durante la quale i massari trasportano sulle loro spalle le preziose sculture lignee che costituiscono i 20 gruppi sacri (misteri) e le bande musicali provenienti da tutta la Sicilia accompagnano il corteo con marce funebri cariche di angoscia e di misticismo.

Si pensa che l’usanza dei misteri abbia origini spagnole, ma non si hanno basi certe. Ciò che è sicuro è che già a partire dal 1366 esisteva a Trapani la confraternita di San Michele, che fu affiancata nel 1603 dalla Confraternita del Preziosissimo Sangue di Cristo.  Il titolo, “Societas Pretiosissimi Sanguinis Christi et Misteriorum“, permette di dedurre che tra la fine del XVI secolo e gli inizi del XVII si sono probabilmente svolti in questa zona dei riti definibili come “Misteri”. Poi, con il passare del tempo, a ogni categoria artigiana fu affidata l’ambita incombenza di portare in processione un gruppo durante il Venerdì Santo, di abbellirlo con decorazioni argentee e di riporlo in chiesa alla fine della celebrazione. Infatti, Le Maestranze o “Maestri d’ arti manuali” fanno parte della processione fin dalle origini, da quando la Confraternita di San Michele Arcangelo affidò alle singole categorie la cura dei Gruppi Sacri in occasione del Venerdì Santo.

Oggigiorno i festeggiamenti sono conosciuti nel mondo per la processione dei Misteri, una delle manifestazioni religiose più lunghe e più antiche d’Italia. Questa si tiene il Venerdì Santo, a partire dalle 14, e dura circa ventiquattr’ore, durante le quali i trapanesi si uniscono per riscoprire e riportare in vita la fede, il folklore e le tradizioni della città. Questa processione consiste nella messa in scena rappresentativa della morte e della passione di Cristo, in un percorso carico di atmosfera e di malinconia, ma al tempo stesso di spiritualità, che si snoda fra le principali vie della città a partire dalla Chiesa delle Anime del Purgatorio. I venti gruppi sacri, in cui sono inclusi il simulacro di Gesù Morto e quello di Maria Addolorata, vengono portati in processione dalle maestranze locali attraverso le vie della città.

http://www.criluge.it/isolainfesta/?page_id=352

Alcune curiosità:

–     probabilmente, oltre che dal mistero di Cristo, il termine misteri deriva anche dalla parola “misteri” che in siciliano vuol dire “mestiere”, ma riguardo a questa teoria non si ha una certezza assoluta.

–     L’affidamento di un gruppo a una maestranza era un grande riconoscimento a livello sociale nella città, tanto che la categoria dei ceramisti, che non aveva mai chiesto l’assegnazione di un “mistere”, non era considerata prospera nel panorama economico dell’epoca.

–     La realizzazione di questi gruppi non trae origine dall’iconografia classica, ma da episodi presenti nei testi sacri o nei vangeli apocrifi, poi sapientemente personalizzati dagli artisti trapanesi che li hanno creati.

Anche quest’anno la città sta scaldando i motori, in attesa dell’arrivo del 29 Marzo 2013, il giorno in cui questo lungo e intenso pellegrinaggio coinvolgerà turisti, curiosi e fedeli trapanesi e non che accorreranno all’evento. Nel frattempo, è stato reso noto da qualche giorno l’itinerario previsto dalla processione quest’anno: il percorso è stato limitato al centro storico e via Fardella è stata eliminata per permettere la sosta in piazza Vittorio Emanuele. Nella settimana che anticipa la Pasqua a Trapani, si assiste a un fervente e risaputo ritorno al passato e i cittadini riscoprono la loro fede, non solo nella religione, ma anche nella grandezza e nel valore della loro città, un orgoglio che da tempi remoti li contraddistingue e che li ha resi famosi in tutta Italia, un orgoglio che vogliono condividere con quanta più gente possibile. Quindi non perdete quest’occasione per visitare la città e le tradizioni che la contraddistinguono nel mondo.

Articolo a cura di Cristina Randazzo.

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